Rivista di Diritto SocietarioISSN 1972-9243 / EISSN 2421-7166
G. Giappichelli Editore

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Ricordo di Giuseppe Terranova (di Michele Perrino)


Giuseppe Terranova è stato e rimarrà un Maestro, in modo speciale per alcuni di noi, ma in effetti per noi tutti.

Anzitutto un Maestro per l’Università e la Comunità scientifica. Professore emerito di Diritto commerciale alla Sapienza Università di Roma, ha insegnato per lunghi anni nell’Università italiana spaziando dal diritto commerciale al diritto privato, dal diritto bancario al diritto fallimentare e al diritto industriale. A Palermo come a Roma ha fondato e diretto dipartimenti, dottorati e master, a RomaTre è stato preside di Facoltà per più di un decennio, per poi approdare a Roma La Sapienza, dove si era laureato.

Ha formato, con costante dedizione, generazioni di studenti, coltivato allievi e alimentato una Scuola che si ricollega per suo tramite, con felice continuità e unità di intenti, alla prestigiosa Scuola romana del suo Maestro, Giuseppe Ferri.

Ha esercitato un magistero continuo, in tutti i campi del diritto commerciale, con una vastissima produzione scientifica, intessuta di numerosi libri e moltissimi importanti articoli e saggi.

In modo speciale ha contribuito agli studi di Diritto della crisi di impresa, con i due fondamentali volumi in tema di azione revocatoria fallimentare (Effetti del fallimento sugli atti pregiudizievoli ai creditori – Parte generale, 1993, e Effetti del fallimento sugli atti pregiudizievoli ai creditori – Parte speciale, 2001), nel commentario Scialoja-Branca alla legge fallimentare, oltre che con gli studi su L’assuntore di concordato fallimentare (1976), su Conti correnti bancari e revocatorie fallimentari (1982), e ancora con un vastissimo numero di altri scritti sulla nozione di insolvenza, su quella di crisi e su tanti altri delicati aspetti del diritto concorsuale. In altre importanti aree del Diritto commerciale, di assoluto rilievo restano le monografie su Appunti per uno studio sullo sconto bancario (1984) e su I titoli di credito e la struttura delle situazioni soggettive (2008).

Il suo magistero è culminato nell’ultimo decennio in fondamentali studi nel campo della teoria generale del diritto e dell’ermeneutica, sul senso stesso del mestiere di giurista e del suo modo di ragionare. È un percorso intrapreso con l’ampio studio del 2015, Elogio dell’approssimazione. Il diritto come esperienza comunicativa, proseguito con il libro del 2020 su Il diritto e il suo linguaggio, ed approdato da ultimo nel volume Il ragionamento giuridico del 2021 – intorno al quale sono fioriti nei mesi recenti incontri e dibattiti nelle università italiane – che è in qualche modo il distillato cristallino del Suo insegnamento anche in questo elevato campo della cultura, non solo giuridica, circa il senso, i modi e, in special modo, l’espe­rienza dell’interpretazione.

Un Maestro anche per l’esperienza professionale, nella quale ha operato con somma qualificazione, rivestendo delicati incarichi come commissario di procedure d’amministrazione straordinaria bancaria, amministratore giudiziario di importanti gruppi societari, componente di organi di amministrazione e controllo di banche, membro del comitato di sorveglianza di procedure bancarie ed assicurative.

Un Maestro, ancora, di umanità. È un coro unanime il riconoscimento della signorilità del suo tratto, della affabilità dei modi, della misura e virtuosa modestia degli atteggiamenti, della sua condotta integerrima, disinteressata, equidistante, della sua specchiata onestà.

All’indomani della Sua improvvisa scomparsa, ciò che sento soprattutto di dover ricordare è che, in tutte queste dimensioni, Giuseppe Terranova è andato incessantemente alla ricerca di significati e di senso. Non c’è un suo scritto che non si interroghi sul significato profondo del tema osservato, sfuggendo alla analisi asfittica del solo dato occasionale. Non c’è conversazione che io ricordi priva di spunti e stimoli sui significati culturali profondi di ogni opzione. Anche in ciò, di nuovo, un Maestro.

Sull’indagine in tema di significati, sul modo di accostarsi ad essi e di applicarli a servizio dell’uomo, Giuseppe Terranova ha concentrato, come dicevo, i suoi più recenti anni di studi; ma in effetti, non è che il punto di arrivo di una ricerca durata tutta una vita. Ad esergo del libro Elogio dell’approssimazione. Il diritto come esperienza comunicativa (2015), Egli ha posto una sua originale composizione poetica, eccone gli ultimi versi:

“In un cielo stellato splendono

i significati delle parole.

In nessi però si colgono

nella traccia d’una scintilla,

in un pallido bagliore,

e la notte ci confonde”.

È in questa notte appena illuminata che si consuma quell’esperienza comunicativa, in cui Giuseppe Terranova ha ritratto il lavoro del giurista, e con esso il suo personale itinerario di vita. Ma in fin dei conti si tratta della stessa esperienza umana, costantemente al cospetto di segni difficili da intendere, con pochi e incerti strumenti a disposizione, nella invincibile, irrinunciabile ricerca di senso.

Anche un Senso con la maiuscola. Sul quale Giuseppe Terranova, anche nelle conversazioni più private, difficilmente si intratteneva – più per rispetto della sensibilità del suo interlocutore –, convinto che neppure la razionalità fosse attingibile dall’uomo, al più capace di approssimarsi ad una ragionevolezza qui ed ora, anziché a più duraturi segreti. Non perché accostarsi a simili domande ultime non gli apparisse come un obbiettivo degno per l’uomo, o importante per lui. Ma per il fatto di sentire a sé più congeniale l’atteggiamento di chi, pur intuendo che da qualche parte, davanti sé, arde un roveto che non brucia, non ardisce fissare lo sguardo ma toglie i calzari, rispettoso dei limiti dell’umano e restio a inoltrarsi nel mistero insondabile.

Quando scompare una persona che amiamo, si suole dire che lascia “un vuoto incolmabile”. Il vuoto che oggi avvertiamo, dolorosamente reale e bruscamente inaspettato, è però, ripensando a tutto il cammino che Egli ha compiuto, uno spazio spiritualmente, culturalmente, affettivamente ricolmo, anzi traboccante della pienezza di senso che, con tutta la sua vita, Giuseppe Terranova ha saputo e continuerà a trasmetterci.