Rivista di Diritto SocietarioISSN 1972-9243 / EISSN 2421-7166
G. Giappichelli Editore

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“Eccessivo squilibrio dell´indebitamento rispetto al patrimonio netto” e “situazione finanziaria della società nella quale sarebbe stato ragionevole un conferimento”: uno studio empirico sui finanziamenti dei soci nelle s.r.l. (di Giovanni Figà-Talamanca, Rachele Novello)


SOMMARIO:

1. Introduzione. - 2. Le società del campione: caratteristiche generali. - 2.1. Struttura della compagine sociale. - 2.2. Dimensione economica aziendale. - 3. I finanziamenti dei soci. - 3.1. La diffusione dei finanziamenti dei soci. - 3.2. L’entità dei finanziamenti dei soci. - 3.3. Entità dei finanziamenti e dimensione economica aziendale delle società. - 3.4. Incidenza del finanziamento soci sul totale attivo. - 4. Un’analisi comparativa. - 4.1. Raffronto relativo alla dimensione economica. - 4.2. Raffronto relativo alla compagine sociale tra le società con il finanziamento soci e le altre. - 5. Indicatori di bilancio e finanziamenti dei soci. - 5.1. Rapporto di indebitamento. - 5.2. Indice di indipendenza finanziaria (equity ratio). - 6. Conclusioni. - NOTE


1. Introduzione.

Questo studio si propone di verificare i presupposti di applicazione dell’art. 2467 c.c.; esaminando un campione di società a responsabilità limitata, si è analizzata la situazione finanziaria delle società che hanno fatto ricorso ai finanziamenti dei soci rispetto a quelle che non vi hanno fatto ricorso, nonché le altre variabili societarie che possono correlarsi al fenomeno dei prestiti dei soci. I bilanci delle S.r.l., da cui sono desunti i dati necessari per lo svolgimento della ricerca, sono stati estratti on-line dal registro delle imprese. Per l’elaborazione dei dati è stato utilizzato il software Excel.


2. Le società del campione: caratteristiche generali.

Il campione su cui è stata svolta l’indagine è costituito da cinquecento società a responsabilità limitata, scelte tra quelle costituite entro il 2001. Le società del campione sono state selezionate sulla base del numero identificativo REA, criterio che rende la selezione equivalente ad una ricerca casuale. Il numero delle imprese prese in considerazione non è così ampio da rendere il risultato della ricerca significativo ai fini statistici. Tuttavia da questo primo studio emergono spunti di riflessione di un qualche interesse, quanto all’individuazione dei presupposti di applicazione dell’art. 2427 c.c. I dati su cui è stata condotta l’indagine sono desunti dall’ultimo bilancio di esercizio depositato (generalmente relativo all’esercizio in corso al 31.12.2008); nonché dall’elenco delle partecipazioni sociali risultanti al registro delle imprese.


2.1. Struttura della compagine sociale.

Preliminarmente, le società del campione sono state suddivise in ragione della struttura della compagine sociale, desunta dall’elenco dei soci, in cinque classi: 1.  socio unico; 2.  socio titolare di più del 95% delle partecipazioni sociali; 3.  società con maggioranza precostituita in capo ad un socio, titolare di una partecipazione superiore al 50& ma inferiore al 95%; 4.  due soci paritetici, ciascuno titolare del 50% delle partecipazioni sociali; 5.  società con più soci senza maggioranze precostituite, in cui nessuno detiene oltre il 50% delle partecipazioni sociali. Il grafico in figura 1 rappresenta la composizione sociale dell’intero campione considerato, rispetto alla suddivisione sopra menzionata.   Figura 1. – Composizione della compagine sociale sul campione di cinquecento società   Su un totale di cinquecento società considerate, la maggior parte è caratterizzata da una maggioranza precostituita in capo ad un socio; non trascurabile la percentuale di società con due soci paritetici; quasi un terzo del campione è costituito da società con più soci senza una maggioranza precostituita.  


2.2. Dimensione economica aziendale.

Sempre in via preliminare, si è poi provveduto ad un’ulteriore classificazione delle società del campione sulla base della dimensione economica, desunta dai dati di bilancio relativi al valore della produzione e al totale attivo: elementi entrambi significativi, almeno in via di prima approssimazione, quali indicatori della dimensione aziendale. Innanzitutto le società sono state suddivise in quattro gruppi in funzione del valore della produzione (fig. 2).     Figura 2.– Classificazione in base al Valore della produzione   Peraltro, si è ritenuto che il valore della produzione, pur essendo un dato significativo, non possa considerasi sufficiente al fine di stimare la dimensione economica di una società. È stato perciò preso in considerazione anche il valore del totale attivo dello stato patrimoniale, che comprende le immobilizzazioni, le rimanenze e la liquidità. Questo dato è stato utilizzato per classificare ulteriormente le imprese in quattro sottoinsiemi, in riferimento a quattro fasce relative al totale attivo (fig. 3).     Figura 3. – Classificazione in base al valore dell’attivo dello stato patrimoniale   Con una successiva intersezione di questi valori con quelli relativi al volume di affari si è tentato di determinare in modo più attendibile la dimensione economica dell’impresa sociale, attribuendo ad ogni società un punteggio per il valore della produzione e uno per il valore dell’attivo, ciascuno da 0 a 3 punti. Si sono dunque suddivise le società in quattro classi dimensionali, in ragione del punteggio complessivo conseguiti quale somma dei punteggi relativi al valore della produzione e di quelli relativi al valore dell’attivo. Tale suddivisione del campione è illustrata in figura 4.     Figura 4. – Classificazione delle società in base alla dimensione economica ponderata (D.e.p.)   Il 6% delle società de campione hanno valore della produzione nullo e totale attivo inferiore a 100.000 euro, dunque dimensione economica ponderata uguale a zero. Le rimanenti società risultano suddivise in tre classi dimensionali di simile consistenza.


3. I finanziamenti dei soci.

3.1. La diffusione dei finanziamenti dei soci.

Nella fase successiva dell’indagine, si sono individuate le società del campione nelle quali risultava in bilancio una voce del passivo identificabile come finanziamento dei soci. Si è così accertato che i finanziamenti dei soci risultano nel bilancio di oltre il 30% della società del campione (fig. 5).     Figura 5.– I finanziamenti dei soci nelle società del campione   Un’analisi della distribuzione geopolitica sul territorio nazionale delle società che ricorrono ai finanziamenti dei soci non ha evidenziato forti varianze; si riscontra una frequenza percentuale lievemente maggiore nelle regioni dei Sud e isole, che però non può considerarsi significativa data l’esiguità numerica del campione. Figura 6. – Ripartizione geografica delle società con finanziamenti dei soci     Figura 7.– Ripartizione regionale del campione   Poco significativi, per lo stesso motivo, i dati relativi alla distribuzione delle società che fanno ricorso ai finanziamenti dei soci per singola regione.


3.2. L’entità dei finanziamenti dei soci.

Un’ulteriore analisi ha condotto a determinare l’entità del finanziamento dei soci, quale valore assoluto e relativo. La figura 8 illustra la suddivisione del campione in ragione dell’importo del finanziamento risultante in bilancio: circa un terzo dei finanziamenti riscontrati sono di entità modesta, inferiore a 30.000 euro; un’aliquota analoga dei finanziamenti sono compresi tra 30.000 e 1.500.000 euro; infine, oltre un terzo risultano essere di entità superiore a 1.500.000 euro.   Figura 8. – Valore dei finanziamenti soci   Il valore assoluto del finanziamento è stato suddiviso in quattro fasce: ·   Finanziamento uguale a 0. ·   Finanziamento di piccola entità, compreso tra 0 e 30.000 €. ·   Finanziamento di rilevanza significativa, con valore assoluto compreso tra 30.000 e 1.500.000 €. ·   Finanziamento in valore assoluto molto grande, superiore a 1.500.000 €.


3.3. Entità dei finanziamenti e dimensione economica aziendale delle società.

A questo punto si è passati a verificare la diffusione dei finanziamenti dei soci nelle società classificate sulla base di parametri dimensionali, onde evidenziare la correlazione tra dimensione economica della società e ricorso ai finanziamento dei soci. Per ciascun gruppo si sono evidenziate, in numero e in percentuale, le società senza finanziamento soci e quelle dotate di un finanziamento soci più o meno grande in termini assoluti. Il grafico in figura 9 mostra il risultato dell’analisi. Come poteva attendersi, i finanziamenti dei soci sono meno frequenti e per lo più di minima entità nelle società con dimensione economica zero (valore della produzione nullo e totale attivo inferiore a 100.000 euro). La distribuzione delle società che fanno ricorso ai finanziamenti dei soci è abbastanza costante nelle altre tre classi dimensionali, ma si nota una significativa (ancorché non sorprendente) crescita dell’entità dei finanziamenti riscontrati tra le società di maggiore dimensione economica.   Figura 9. – Classificazione del finanziamento soci rispetto alla dimensione economica      


3.4. Incidenza del finanziamento soci sul totale attivo.

Più significativo però è il raffronto tra finanziamento soci e totale attivo, poiché ci consente di apprezzare il peso relativo del finanziamento dei soci rispetto al complesso dell’inve­stimento effettuato. A tale fine è stato costruito un indice del peso relativo del finanziamento soci rispetto al totale attivo della società (Fin. S/T.A.): si evidenzia cioè in che misura il finanziamento soci pesa sul totale delle risorse di cui dispone la società. Per il suddetto indice sono stati individuati quattro intervalli principali classificando così le società in quattro gruppi: ·   Indice uguale a 0, risultato ottenibile solo nel caso in cui la società non ha percepito alcun finanziamento dai soci. ·   Indice compreso tra 0 e 0,05, per finanziamento soci, di valore molto piccolo rispetto al totale attivo, tale da essere sostanzialmente irrilevante. ·   Indice compreso tra 0,05 e 0,5 per finanziamento soci di valore modesto rispetto al totale attivo. ·   Indice maggiore di 0,5 per finanziamento soci, di valore ingente rispetto al totale attivo, poiché il finanziamento è pari o superiore, se l’indice è maggiore di 0,5, alla metà del totale attivo. Il grafico in figura 10 illustra, nelle società suddivise in quattro classi per totale attivo, il peso relativo del finanziamento soci. Si nota una significativa diminuzione del peso relativo del finanziamento soci nelle società con un grande attivo patrimoniale: in particolare, si osserva che tra le società delle due classi con maggiore attivo, pur restando pressoché costante in termini percentuali il numero delle società che ricorrono ai finanziamenti dei soci, l’entità dei finanziamenti stessi rispetto al totale attivo decresce fortemente.   Figura 10. – Relazione tra totale attivo e finanziamento soci pesato sul totale attivo    


4. Un’analisi comparativa.

Per caratterizzare meglio l’insieme delle società che hanno fatto ricorso ai finanziamenti dei soci, è stata condotta un’analisi di raffronto, su diversi parametri, rispetto alle società che non risultano usufruire di finanziamenti dei soci. Si cercherà così di mettere meglio a fuoco le peculiarità delle società che ricorrono al finanziamento dei soci rispetto al restante sottoinsieme del campione.


4.1. Raffronto relativo alla dimensione economica.

Innanzitutto si è sviluppato un raffronto con riguardo alla dimensione economica aziendale: ricorrendo ai dati già analizzati su valore della produzione e totale dell’attivo dello stato patrimoniale. Il grafico in figura 11, che rappresenta la suddivisione delle società con finanziamento soci in base alla dimensione economica ponderata, evidenzia una distribuzione delle società dei due sottoinsiemi nelle quattro classi dimensionali sostanzialmente identica. Ciò sembra indicare che la presenza del finanziamento soci non è significativamente correlata con la dimensione economica della società. Peraltro, una qualche correlazione sembra emergere se si considera partitamente il raffronto sulla base del valore della produzione e del totale attivo. È stata effettuata la medesima ripartizione in intervalli di valore della produzione, già fatta nell’analisi dell’intero campione. Dallo studio del grafico in figura 12, è possibile verificare che l’insieme di società che hanno fatto ricorso al finanziamento soci, in confronto al sottoinsieme di società che non ne hanno fatto uso, è costituito da più imprese con valore della produzione nullo, e da meno imprese con valore della produzione massimo.   Figura 11.– Dimensione economica ponderata delle società con e senza finanziamento soci   Figura 12. – Valore della produzione delle società con e senza finanziamento soci   Complessivamente dunque, si può dire che le società che hanno fatto ricorso al finanziamento hanno mediamente valore della produzione lievemente inferiore rispetto alle altre. Questo risultato peraltro non risulta particolarmente significativo sul piano statistico. Proseguendo nell’analisi, il grafico in figura 13 sintetizza il paragone tra le società con finanziamento soci e le società senza, rispetto al totale delle attività patrimoniali. Dal grafico può essere dedotto che nell’ambito delle società con finanziamento soci si riscontra una maggiore frequenza di valori elevati di attivo patrimoniale. Un maggior peso delle società con totale attivo molto piccolo (inferiore a 100.000 euro), è invece riscontrabile tra le società senza finanziamento soci. Questo risultato, comunque scarsamente significativo sul piano statistico, potrebbe [continua ..]


4.2. Raffronto relativo alla compagine sociale tra le società con il finanziamento soci e le altre.

Il raffronto è stato poi condotto con riguardo alla composizione della compagine sociale, suddividendo le società in cinque gruppi come nel § 2.1. Il grafico in figura 14 mostra il risultato del raffronto tra le società che risultano usufruire di finanziamenti dei soci e le altre. Dalla figura 14 è possibile notare che tra le società con finanziamento soci ricorre con frequenza notevolmente maggiore la situazione di partecipazione paritetica di due soci; leggermente più frequente la situazione in cui più soci partecipano alla società senza maggioranze precostituite. È invece meno diffusa la situazione in cui un socio detiene una partecipazione maggioritaria ma non totalitaria. Se ne desume forse una maggiore propensione al finanziamento dei soci in situazioni di condivisione del “governo” della società, mentre i soci potrebbero essere meno inclini a concedere finanziamenti nelle situazioni in cui un socio di maggioranza si contrappone a uno o più soci di minoranza.   Figura 14. – Partecipazione sociale nelle società con finanziamento soci e senza finanziamento soci   Quanto alle situazioni in cui si ha un socio unico o sostanzialmente unico (partecipazione superiore al 95%), se ne riscontra una distribuzione sostanzialmente omogenea, con una percentuale appena inferiore nelle società che usufruiscono dei finanziamenti dei soci: nessuna significativa correlazione dunque tra questa struttura delle partecipazioni e il ricorso al finanziamento soci. Il tema è stato ulteriormente approfondito, verificando la correlazione tra l’entità del finanziamento e la struttura della compagine sociale, come illustrato anche nel grafico in figura 15. Il valore assoluto del finanziamento dei soci è indicato su una scala da 1 a 4: 1:  Finanziamento =0 €; 2:  Finanziamento compreso tra 1 € e 30.000 €; 3:  Finanziamento compreso tra 30.000 € e 1.500.000 €; 4:  Finanziamento maggiore di 1.500.000 €. Il grafico evidenzia che nelle società con più soci senza maggioranze precostituite ricorrono spesso finanziamenti dei soci di notevole entità; soprattutto in quelle con due soci paritetici, non solo i finanziamenti ricorrono più frequentemente, ma sono anche prevalentemente superiori a 1.500.000 euro. Al contrario, nelle società con [continua ..]


5. Indicatori di bilancio e finanziamenti dei soci.

L’ultima fase dell’analisi, volta alla ricerca delle caratteristiche patrimoniali economiche della società “tipo” che fa ricorso al finanziamento soci per sostentare l’attività economica, si basa sull’applicazione di due indicatori elementari relativi alla struttura finanziaria dell’impresa: il rapporto di indebitamento (o leverage) e l’indice di indipendenza finanziaria (o equity ratio).


5.1. Rapporto di indebitamento.

Il rapporto di indebitamento è un indice di solidità finanziaria di un’azienda; considerando l’indebitamento e il patrimonio netto, permette di valutare in che misura il totale dei mezzi investiti nell’azienda è stato finanziato dal capitale proprio. Si tratta di un indicatore di notevole importanza per valutare l’indipendenza finanziaria della società. L’indice è dato dal rapporto tra Totale attivo/Patrimonio netto. L’analisi dei bilanci ha consentito di determinare, per ognuna delle società del campione, il valore dell’indicatore, onde raffrontare i valori delle società che usufruiscono di finanziamenti dei soci con quelli delle società che non vi ricorrono. Successivamente, si è provveduto a ricalcolare l’indicatore ipotizzando di sostituire l’im­porto del finanziamento prestato dai soci con un conferimento di pari entità: sostanzialmente, si è determinata la variazione dell’indicatore conseguirebbe all’inclusione del valore del finanziamento soci nel patrimonio netto della società, ciò che si sarebbe verificato se invece del finanziamento i soci avessero provveduto ad un conferimento. La figura 16 illustra la distribuzione delle società del campione in funzione del rapporto di indebitamento.     Figura 16. – Rapporto di indebitamento calcolato delle con e senza finanziamento soci   Valoreascisse Chiave di lettura Significato 1 Denominatore = 0 o negativo Struttura finanziaria gravemente squilibrata con patrimonio netto di segno negativo. 2 Indice > 3 Struttura finanziaria squilibrata 3 Indice compreso tra 2 e 3 Struttura finanziaria con tendenza allo squilibrio 4 Indice compreso tra 1,5 e 2 Struttura finanziaria buona 5 Indice =1 Assenza di indebitamento   Le linee grigia e nera rappresentano, rispettivamente, la distribuzione delle società che fanno ricorso ai finanziamenti dei soci e di quelle che non ne usufruiscono. Si può notare, innanzitutto, che circa la metà delle società considerate non presenta una struttura finanziaria equilibrata: circa un terzo, addirittura, sembra mostrare gravi squilibri finanziari. Si osservi che la situazione riguarda sia le società con finanziamenti [continua ..]


5.2. Indice di indipendenza finanziaria (equity ratio).

I risultati ottenuti in termini di rapporto di indebitamento sono stati ulteriormente verificati, calcolando per le società del campione un altro indicatore strutturale, l’indice di indipendenza finanziaria, dato dal rapporto tra patrimonio netto e le risorse investite nell’azienda. Misura il grado di indipendenza finanziaria dell’azienda, mettendo in rapporto il patrimonio netto, ovvero i mezzi propri a disposizione della stessa, con il totale attivo al netto delle disponibilità liquide. Infatti, le passività fronteggiate da corrispondente liquidità sono in realtà irrilevanti. Sicché questo indicatore dovrebbe fornire una misurazione più precisa e attendibile dell’equilibrio finanziario patrimoniale del­l’impresa. Il risultato ottenuto ricalcolando il valore dell’indice dopo aver incluso i finanziamenti dei soci nel patrimonio netto è rappresentato nel grafico in figura 17.     Figura 17. – Indice di indipendenza finanziaria calcolato sulle società con e senza finanziamento   Valoreascisse Chiave di lettura Significato 1 0: L’azienda non ha mezzi propri e si finanza completamente all’esterno. 2 da 0 a 0,33: La struttura finanziaria dell’azienda è gravemente squilibrata. 3 da 0,34 a 0,55: La struttura finanziaria dell’azienda è squilibrata. 4 da 0,56 a 0,66: La struttura finanziaria dell’azienda è equilibrata. 5 da 0,66 a 0,99: La struttura finanziaria dell’azienda è equilibrata e la più indicata per lo sviluppo della società. 6 1: L’azienda usa solo mezzi propri   Anche qui, e ancora più marcatamente, si nota una notevole prevalenza di situazioni di squilibrio finanziario, che riguardano il 90% delle società che ricorrono ai finanziamenti dei soci, ma anche l’80% delle altre società. Gravi squilibri si registrano per oltre l’80% delle società con finanziamenti dei soci, e per il 60% delle altre società. Le curve di distribuzione delle società con e senza finanziamenti dei soci non si discostano molto, sebbene si osservi una distribuzione meno sbilanciata verso i valori più bassi dell’indice per le società che non ricorrono [continua ..]


6. Conclusioni.

Il fenomeno dei finanziamenti dei soci risulta significativamente diffuso: sulla base dei bilanci, lo si è riscontrato nel 30% delle società del campione pseudocasuale considerato, con una distribuzione piuttosto omogenea sul territorio nazionale. Analizzando il valore assoluto del finanziamento in relazione alla dimensione economica delle società, si è rilevato che i finanziamenti più grandi sono stati elargiti a società grandi e finanziamenti piccoli a società piccole. Peraltro, esaminando il valore del finanziamento rispetto al totale attivo, si è verificato che in termini relativi il peso del prestito (ove presente) non cresce al crescere dell’attivo. In relazione alla composizione della compagine sociale, si è notato che i prestiti sono meno diffusi e meno ingenti tra le società con socio unico o dotato di quota superiore al 95%, mentre sono più frequenti, e con maggiore entità, nelle società con due soci paritetici e in generale nelle situazioni in cui la struttura della compagine sociale fa presumere una condivisione della governance, senza maggioranze precostituite. Dall’analisi degli indicatori di bilancio è emerso un’ampia diffusione di situazioni qualificabili come squilibrio finanziario, che sembrerebbero giustificare un’applicazione della regola della postergazione. Tuttavia, le situazioni di squilibrio dell’indebitamento rispetto del patrimonio netto non risultano significativamente concentrate sulle società che ricorrono a prestiti dei soci, ma sono pressoché ugualmente diffuse nei due sottoinsiemi del campione. Sicché può dirsi, in generale, che le società che fanno ricorso ai finanziamenti dei soci non risultano, nel complesso, più squilibrate delle altre, almeno non in misura significativa. Il finanziamento dei soci sembrerebbe configurarsi, il più delle volte, come vicenda succedanea all’indebitamento, piuttosto come alternativa al conferimento. Ne consegue che qualora i finanziamenti dei soci venissero assoggettati ad un vincolo di indisponibilità fino al soddisfacimento dei creditori, verrebbero a registrarsi indici di equilibrio finanziario spesso migliori di quelli che caratterizzano le società che non hanno ricorso a tali finanziamenti dei soci. Questo dovrebbe condurre ad un’attenta ponderazione nell’applicazione [continua ..]


NOTE
Fascicolo 2 - 2013