Rivista di Diritto SocietarioISSN 1972-9243 / EISSN 2421-7166
G. Giappichelli Editore

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Osservatorio sulla Giurisprudenza del Tribunale di Milano (di Michelangelo Granato, Edoardo Grossule,Carlo Lanfranchi, Piergiuseppe Spolaore)


  (artt. 2495, 2497 c.c.) Il creditore che, assumendo di essere stato “pretermesso” nello svolgimento del procedimento di liquidazione in violazione del principio della par condicio creditorum, agisca nei confronti del liquidatore ai sensi dell’art. 2495 c.c., è tenuto a dimostrare la natura e il rango del credito, soprattutto quando il credito non risultava dalla contabilità della società. (ps) TRIBUNALE DI MILANO (Sez. spec. in materia di impresa B), 2 marzo 2021 - Riva Crugnola, Presidente; Simonetti, Estensore R.G. n. 51532/2017 * * * (Artt. 2900, 2740 c.c.) Non può essere oggetto di accertamento, nell’ambito di un’azione surrogatoria esercitata da parte del preteso creditore, l’esistenza di un negozio fiduciario (avente ad oggetto partecipazioni sociali) tra il debitore e il soggetto che si assume fiduciario, in quanto l’azione surrogatoria presuppone l’inerzia del debitore; detto comportamento può eventualmente costituire un atto dispositivo del patrimonio del debitore lesivo della garanzia patrimoniale. (ps) TRIBUNALE DI MILANO (Sez. spec. in materia di impresa B), 15 marzo 2021 - Riva Crugnola, Presidente; Simonetti, Estensore R.G. n. 39568/2018 * * * (Artt. 2466, 2473-bis c.c.) In una s.r.l. l’esclusione di un socio è possibile solo nell’ipotesi prevista per il caso di renitenza del socio stesso al versamento della quota di capitale da lui dovuta (art. 2466 c.c.) ovvero quando l’atto costitutivo lo consenta. In quest’ultimo caso, onde consentire ai soci di evitare tale gravissima sanzione privata, l’esclu­sione può aver luogo in ipotesi specifiche e tassative e che integrino una giusta causa di cessazione del vincolo sociale (art. 2473-bis c.c.). Questo a differenza di quanto avviene nelle società di persone dove l’esclusione è inserita direttamente dal­l’art. 2286 c.c. e consentita nella generale ipotesi di inadempimenti alle obbligazioni incombenti sul socio. Conseguentemente, nella s.r.l. il singolo rapporto sociale non sarà mai unilateralmente risolvibile per decisione maggioritaria; né il canone della buona fede consente in alcun modo di stravolgere l’impianto normativo. (eg) TRIBUNALE DI MILANO (Sez. spec. in materia di impresa B), 15 marzo 2021 - Riva Crugnola, Presidente; Vannicelli, Relatore R.G. n. 24975/2019 * * * (Artt. 1353, 1358, 1359 c.c.) La fictio iuris di avveramento prevista dall’articolo 1359 del codice civile è applicabile anche all’inosservanza del dovere delle parti di comportarsi in buona fede in pendenza della condizione potestativa mista (Cass. 11.9.2018 n. 22046; Cass. 18.7.2014 n. 16501, Cass. 14.12.2012 n. 23014). In particolare, la condizione potestativa mista, il cui avveramento dipende in parte dal caso o dal comportamento di un terzo ed in parte dalla volontà di uno dei [continua..]