Rivista di Diritto SocietarioISSN 1972-9243 / EISSN 2421-7166
G. Giappichelli Editore

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Requisiti dei componenti del consiglio di sorveglianza e della loro nomina: le Thesen del Roundtable des Berlin Center of Corporate Governance (di Vincenzo Cariello)


Nell’esperienza dogmatica, giurisprudenziale, normativa e autoregolamentare tedesca l’indipen­denza e la professionalità dei componenti dell’Aufsichtsrat di società per azioni quotate (ma non solo) rappresentano un tradizionale banco di prova della funzionalità ed efficienza del sistema dualistico di amministrazione e controllo [1]. Periodicamente, le istanze tese all’organizzazione e all’imple­mentazione di un soddisfacente apparato di regole – di diversa e composita estrazione – di corporate governance, a seconda dei casi e delle inclinazioni, muovono dalla ovvero approdano alla convinzione che occorra portare o riportare al centro del dibattito la composizione soggettiva (soprattutto qualitativa, ma pure quantitativa) del consiglio di sorveglianza e le procedure di selezione che, pur rispettose della inderogabilità sostanziale e formale della relativa competenza, permettano di dotare le società di un organo di controllo interno che si presenti potenzialmente e concretamente idoneo a svolgere le funzioni, esercitare le competenze e adempiere ai doveri di cui è investito. Le più avvertite e riproposte insoddisfazioni si appuntano su consigli di sorveglianza ipertrofici, a basso o comunque non sufficiente grado di professionalità e d’indipendenza «interna» [2] ed «esterna», a scarso ricambio e a rinnovabilità tendenzialmente bloccata nonché con una presenza non limitata numericamente di precedenti componenti del consiglio di gestione, disattenti o poco accorti alle peculiari e particolari qualificazioni che dovrebbero possedere i componenti dei comitati interni all’organo e il suo presidente.

Ispirato e orientato da alcune di queste esigenze, il Roundtable des Berlin Center of Corporate Governance (BCCG) ha discusso in più sedute, tra il 2005 e 2006, i requisiti generali dei componenti del consiglio di sorveglianza e la «procedura» della loro nomina. A esito di tali discussioni, sono state formulate proposte per la messa in opera degli standards di governance sottostanti al Deutscher Corporate Governance Kodex (DCGK). Di seguito, si riproducono le Thesen approntate dal BCCG.

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SOMMARIO:

1. Principi di azione e requisiti della sorveglianza - 2. Qualificazione dei componenti del consiglio di sorveglianza - 3. Indipendenza dei componenti del consiglio di sorveglianza - 4. Nomina dei componenti del consiglio di sorveglianza - NOTE


1. Principi di azione e requisiti della sorveglianza

Tesi 1.1 Dall’obbligo giuridico del consiglio di sorveglianza relativamente all’interesse dell’impresa discende, quale obiettivo dell’attività del consiglio di sorveglianza, quello di incrementare il perdurante valore dell’impresa.   Tesi 1.2 L’efficienza del consiglio di sorveglianza nella vigilanza aumenta con la qualificazione e l’in­dipendenza dei suoi componenti.


2. Qualificazione dei componenti del consiglio di sorveglianza

Tesi 2.1 L’assolvimento soddisfacente dei compiti cui è tenuto il consiglio di sorveglianza richiede differenti qualificazioni, di cui non tutti i componenti del consiglio di sorveglianza possono e devono disporre. Tuttavia, la composizione del consiglio di sorveglianza dovrebbe nel complesso assicurare che tutti i compiti possono essere assolti con sufficiente competenza.   Tesi 2.2 Il profilo di qualificazione cui deve conformarsi il consiglio di sorveglianza dipende dal bisogno specifico della singola impresa e può variare nel corso del tempo.   Tesi 2.3 Nella concretizzazione dei requisiti di qualificazione bisogna distinguere tra le qualifiche che ogni componente del consiglio di sorveglianza dovrebbe possedere e i requisiti ulteriori richiesti a componenti aventi funzioni specifiche, come ad esempio il presidente del consiglio di sorveglianza oppure i componenti di determinati comitati del consiglio di sorveglianza.   Tesi 2.4 Ogni componente del consiglio di sorveglianza dovrebbe possedere determinate qualifiche generali nonché determinate qualifiche specifiche di governance.   Tesi 2.5 Ogni componente del consiglio di sorveglianza dovrebbe possedere un livello possibilmente eccellente in merito a specifici requisiti di qualificazione. Tesi 2.6 Ogni componente del consiglio di sorveglianza dovrebbe essere professionalmente competente in materia, nonché possedere una capacità di problem solving e competenze con riguardo alla strategia e al cambiamento.   Tesi 2.7 Ogni componente del consiglio di sorveglianza dovrebbe avere un approccio positivo e proattivo per quanto riguarda il principio della divisione dei poteri («checks and balances»).   Tesi 2.8 Ogni componente del consiglio di sorveglianza dovrebbe essere in grado di trattare con un approccio positivo e proattivo la molteplicità degli interessi dei diversi gruppi di riferimento dell’im­presa.   Tesi 2.9 Ogni componente del consiglio di sorveglianza dovrebbe trattare con un approccio positivo e proattivo l’esigenza di trasparenza della gestione d’impresa.   Tesi 2.10 Ogni componente del consiglio di sorveglianza dovrebbe ricevere nel momento dell’assunzione dell’incarico un aggiornamento approfondito della specifica situazione dell’impresa e, nel caso, avendo riguardo alla sua qualificazione, dovrebbe essere [continua ..]


3. Indipendenza dei componenti del consiglio di sorveglianza

Tesi 3.1 I componenti del consiglio di sorveglianza sono indipendenti quando non sono dipendenti da interessi propri ovvero dal consiglio di gestione.   Tesi 3.2 I componenti del consiglio di sorveglianza sono dipendenti dal consiglio di gestione se esiste un legame personale con i componenti di quest’ultimo ovvero se grazie al loro mandato traggono vantaggi particolari influenzati dal consiglio di gestione.   Tesi 3.3 I componenti del consiglio di sorveglianza sono dipendenti dagli interessi quando rappresentano singoli interessi di determinati gruppi di riferimento dell’impresa (conflitti di ruolo sistematici) ovvero se pongono i loro interessi personali prima dell’interesse dell’impresa (problema concreto di integrità).   Tesi 3.4 I conflitti di ruolo sistematici divengono critici se superano i limiti minimi e la soglia di importanza.   Tesi 3.5 Solo il concreto intervento di vigilanza di un componente del consiglio di sorveglianza («indipendence in mind») è alla fine in grado di stabilire se le dipendenze dal consiglio di gestione o dai propri interessi limitano effettivamente le capacità funzionali del consiglio di sorveglianza. In riferimento a potenziali pericoli di gravi situazioni di dipendenza si dovrebbe tuttavia prevenire già in anticipo il sorgere di una apparente dipendenza («dependence in appearance»). Tesi 3.6 Limitazioni dell’efficienza nella vigilanza dovute a situazioni di dipendenza possono essere evitate tramite la rinuncia alla carica da parte delle persone in questione oppure possono essere mitigate rendendo trasparente la parzialità ed una temporanea sospensione da carica di queste persone. L’opportunità di queste alternative dipende dalla quantità e dalla gravità di potenziali conflitti in merito alla vigilanza che possono essere connessi alle singole situazioni di dipendenza.   Tesi 3.7 La carenza di indipendenza da interessi da parte dei rappresentanti dei lavoratori nel consiglio di sorveglianza pone un problema di struttura della Corporate Governance tedesca, che rivela l’esi­genza di aggiornare le norme vigenti in materia di cogestione.   Tesi 3.8 La dipendenza dal consiglio di gestione dovrebbe essere evitata.   Tesi 3.9 Conflitti di ruolo conducono, in caso di superamento della soglia di importanza, a dipendenze di interessi che [continua ..]


4. Nomina dei componenti del consiglio di sorveglianza

Tesi 4.1 La procedura per la nomina dei componenti del consiglio di sorveglianza dovrebbe individuare, per quanto riguarda un adeguato profilo di qualificazione, persone che siano il più possibile idonee ad un futuro inserimento nel consiglio. Tesi 4.2 L’idoneità di tutti i candidati proposti dal consiglio di sorveglianza per la nomina da parte dell’as­semblea dei soci dovrebbe essere valutata sulla base di una approfondita valutazione delle qualifiche e dell’indipendenza finora dimostrate nonché attese per il futuro.   Tesi 4.3 La preparazione delle proposte per la nomina del consiglio di sorveglianza nell’ambito dell’as­semblea dei soci dovrebbe essere assegnata ad un comitato per le nomine.   Tesi 4.4 Il comitato per le nomine del consiglio di sorveglianza dovrebbe elaborare, in accordo con i rappresentanti della proprietà nel consiglio di sorveglianza, il profilo di qualifica più adeguato dell’or­gano di sorveglianza e, su questa base, dopo la necessaria valutazione, redigere una graduatoria delle persone proposte per la prima volta, ovvero riproposte, per un mandato.   Tesi 4.5 Eventuali incarichi a prestatori di servizi esterni (consulenti) in riferimento alla nomina dei componenti del consiglio di sorveglianza dovrebbero essere conferiti dal comitato per le nomine del consiglio di sorveglianza.   Tesi 4.6 L’assemblea plenaria del consiglio di sorveglianza dovrebbe occuparsi soltanto della proposta definitiva per le nomine.   Tesi 4.7 All’interno del comitato per le nomine dovrebbero sedere soltanto rappresentanti della proprietà nel numero di circa tre o quattro, e di cui almeno la metà sia indipendente.


NOTE
Fascicolo 2 - 2007